Il 1° agosto 2020 è entrato in vigore il primo “Accordo di Libero Scambio tra l’Unione Europea ed il Vietnam” (EVFTA). Scopriamo insieme che implicazioni avrà per l’UE, per l’Italia e, ebbene sì, anche per il Friuli Venezia Giulia! Ce lo spiega Sara, direttamente da Bruxelles!
Il 1 agosto 2020 è entrato in vigore il primo Accordo di Libero Scambio tra l’Unione Europea ed il Vietnam (EVFTA), come da comunicazione del 30 giugno 2020 in Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea. L’Accordo prevede l’eliminazione quasi totale (99%) dei dazi doganali tra le parti contraenti, nell’arco temporale di 10 anni.
Il Vietnam è il secondo stato dell’ASEAN dopo Singapore ad aver siglato un trattato di libero scambio con l’UE.
Per il Vietnam, l’accordo è l’opportunità di entrare più facilmente nel mercato europeo che conta circa 446 milioni di persone e un GDP totale di 18 trilioni di dollari. Per l’UE, il vantaggio è di importare ed esportare in modo semplificato da e verso uno degli Stati con lo sviluppo più rapido della regione.
Le principali caratteristiche dell’EVFTA sono:
- l’eliminazione del 99% delle tariffe doganali;
- la riduzione degli ostacoli normativi e della burocrazia;
- la garanzia di protezione dell’Indicazione Geografica;
- l’apertura alle imprese europee di bandi pubblici per lo sviluppo infrastrutturale del Vietnam;
- la severa applicazione delle Regole di Origine;
- una guida alla protezione della Proprietà Intellettuale in attesa della nuova legge vietnamita in materia.
L’accordo commerciale UE-Vietnam contiene anche importanti disposizioni in materia diritti dei lavoratori e sviluppo sostenibile.
Il volume delle importazioni di beni dal Vietnam riveste per l’Unione Europea un’importanza relativamente minore (circa il 2% sul totale delle importazioni), sebbene sia in costante crescita +15% su base annua, contando per circa il 17% dell’export dal Paese (in diretta competizione con Cina ed USA, rispettivamente a 19% e 17%). Di fatto, il volume stimato (2018) dell’import di beni (in provenienza dal Vietnam) da parte dell’UE ammonta a 37,94 miliardi di euro, a fronte di un export (dall’UE verso il Vietnam) di soli 12,3 miliardi di euro a prezzi correnti, incentrato perlopiù su prodotti high-tech. In questi termini, l’UE rappresenta per il Vietnam il secondo maggiore mercato per le esportazioni: nel corso del 2018 la sola voce “importazioni di telefonia” è stata quantificata in 11,7 miliardi di euro (approssimativamente 1/3 delle esportazioni globali del Vietnam), accompagnata dalla voce “importazioni di computer ed elettronica made in Vietnam” che conta per circa il 16% dell’intero export vietnamita (2018). Altri settori di punta delle esportazioni, le calzature ed I tessuti, oltre che prodotti agroalimentari, quali caffè, anacardi, prodotti ittici e legnosi. Il Vietnam invece è il diciassettesimo partner dell’UE per commercio di beni. Infine, l’UE è uno dei maggiori investitori esteri in Vietnam, con un totale di 6,1 miliardi di Euro di FDI (2017).
Si sottolinea che il Sud-Est Asiatico è diventato una delle destinazioni principali di rilocazione delle catene di produzione, attraverso trasferimenti di tecnologia. Tuttavia, questo processo aumenta il rischio di infrazione della Proprietà Intellettuale. A tal proposito l’EVFTA svolge un ruolo fondamentale nella tutela delle imprese.
Per l’Italia, il Vietnam si piazza alla 24° posizione in termini di partenariato commerciale, registrando un differenziale tra import ed export di circa 1,3 miliardi di euro. Il Vietnam offre ampi spazi per un’ulteriore espansione della presenza italiana, sia dal punto di vista commerciale che per quanto riguarda gli investimenti: la domanda di prodotti “Made in Italy” è in continua crescita, anche in considerazione della crescita del reddito disponibile e dell’affermarsi di una classe media attenta alla qualità dei prodotti (alimentari, abbigliamento, design, arredo, auto e motoveicoli, ecc.). Da qui l’importanza di una severa applicazione delle Regole di Origine garantita dal nuovo Trattato di Libero Scambio UE-Vietnam. Consistente è allo stesso tempo anche la domanda di macchinari e tecnologia avanzati per aumentare la produttività e gli standard di qualità attraverso un efficace aggiornamento tecnologico. L’esigenza del Paese è, al momento, di acquisire prodotti, macchinari, tecnologia, formazione e modelli di sviluppo qualificati, per poter attrarre i grandi investimenti internazionali e finalizzati ad una massimizzazione dei vantaggi offerti dagli Accordi di Commercio stipulati a livello internazionale.
Per quanto riguarda la nostra regione, il Friuli Venezia Giulia, si segnala la presenza di alcune Grandi Imprese (tra cui la Danieli – Danieli Vietnam company limited -, Generali – Generali Vietnam life LLC -, Fincantieri ecc.) in loco, oltre ai dati confortanti dell’export verso questo Paese, dell’ordine di 80 milioni di euro (6,18%), laddove l’import è di circa 19 milioni di euro (0,63%) (2019). I settori più rilevanti per l’export regionale sono quelli rappresentati da macchine per impieghi speciali (circa 43 Mio. €), dalle attrezzature e macchinari (12 Mio. €), dai motori, generatori e trasformatori elettrici (8,5 Mio. €) e da metalli e siderurgia (4,1 Mio. di €), mentre l’import consta essenzialmente in prodotti di colture permanenti (riso e tè) e strumentazioni medico-dentistiche.
Sara Boscarol