Il piano europeo di vaccinazione

Il piano europeo di vaccinazione
14 Marzo 2021 accademia

Il recente rallentamento della campagna vaccinale promossa dall’Unione Europea ha creato forti polemiche.

Ma com’è nato il piano di vaccinazione europeo? E in cosa consiste?

La Commissione e gli Stati membri hanno concordato un’azione comune a livello dell’UE per garantire l’approvvigionamento e sostenere lo sviluppo dei vaccini nel modo più sicuro, più rapido e più efficace.

Nessuno Stato membro ha infatti, da solo, la capacità di garantire investimenti nello sviluppo e nella produzione di un numero sufficiente di vaccini.

Il piano vaccinale della Commissione Europea si fonda su due pilastri:

  • Garantire la produzione di una quantità sufficiente di vaccini nell’UE;
  • Adattare le norme dell’UE all’attuale situazione di emergenza per accelerare lo sviluppo, l’autorizzazione e la disponibilità dei vaccini, salvaguardando nel contempo gli standard relativi alla loro qualità, sicurezza ed efficacia.

Il 27 dicembre 2020 è iniziata la somministrazione dei vaccini in tutta l’UE. La priorità è stata data agli individui che rientrano nelle fasce prioritarie, ossia gli anziani e il personale sanitario, per poi allargare l’intervento ad altre fasce. Presto ci saranno dosi a sufficienza per l’intera popolazione. L’obiettivo rimane quello di vaccinare il 70% dei cittadini europei entro la fine dell’estate.

Ad oggi, a seguito delle raccomandazioni scientifiche positive dell’Agenzia europea per i medicinali, nell’UE è stato autorizzato l’uso di 3 vaccini anti COVID-19 sicuri ed efficaci.

Il primo è quello prodotto dalla casa farmaceutica BioNTech-Pfizer: il 21 dicembre 2020 la Commissione ha concesso un’autorizzazione all’immissione in commercio per il vaccino, rendendolo il primo vaccino anti COVID-19 autorizzato nell’UE. Lo stesso è avvenuto con i due vaccini approvati successivamente che sono stati sviluppati dalle case farmaceutiche Moderna e AstraZeneca.

La Commissione europea ha concluso altri 3 contratti che consentiranno l’acquisto di un vaccino non appena si sarà dimostrato sicuro ed efficace. Le tre case farmaceutiche interessate sono la Sanofi-GSK, la Johnson&Johnson e la CureVac.

Infine, la Commissione europea sta svolgendo anche colloqui esplorativi con Novavax e Valneva.

In tutti i casi, l’acquisto è fatto per conto di tutti gli Stati membri, che potranno anche decidere di donare il vaccino a paesi a reddito medio-basso o di ridistribuirlo ad altri paesi europei.

Il virus, infatti, sarà davvero sconfitto solamente quando l’intera popolazione mondiale sarà stata vaccinata. È necessario, perciò, che anche i Paesi emergenti e con economie più deboli possano ottenere rifornimenti sicuri a prezzi accessibili e in tempi ragionevoli.

A tale scopo la Commissione ha risposto all’invito ad agire lanciato dall’OMS e ha proposto un quadro di cooperazione: l’acceleratore per l’accesso agli strumenti COVID-19 (acceleratore ACT), di cui COVAX è il pilastro per quanto riguarda i vaccini ed è frutto di una collaborazione globale volta ad accelerare lo sviluppo, la produzione e un accesso equo per tutti i paesi del mondo ai test, alle cure e ai vaccini per la COVID-19.

Durante il mese di gennaio alcune case farmaceutiche hanno però annunciato dei ritardi nelle consegne che comporterebbero una riduzione delle dosi di vaccino disponibili entro la fine di marzo rispetto a quelle concordate in sede di acquisto. Ciò ha messo in discussione l’attuabilità e la chiarezza della presente strategia di vaccinazione, che subirà inevitabilmente dei ritardi.

Per ovviare il problema, molti Paesi hanno richiamato la possibilità di sospendere il meccanismo dei brevetti e per permettere una massiccia produzione dei vaccini. Questa clausola è infatti prevista dagli accordi Trips del WTO che, in caso di emergenze internazionali di salute pubblica, prevedono la sospensione dei monopoli sui farmaci garantiti dai brevetti in cambio di royalties fornite ai colossi farmaceutici.

Purtroppo sono seguiti altri problemi: in Italia L’Aifa ha vietato in via precauzionale la somministrazione di dosi appartenenti al lotto ABV2856 del vaccino AstraZeneca, con sequestro dei Nas in tutto il Paese, a seguito della segnalazione di alcuni eventi avversi gravi in concomitanza temporale con la somministrazione, sebbene finora non sia stato stabilito alcun nesso di causalità tra la somministrazione del vaccino e tali eventi.

Nel frattempo è stato lanciato il nuovo piano europeo di preparazione alla bio-difesa contro le varianti COVID-19 chiamato “HERA Incubator”, per fronteggiare questo ulteriore ostacolo. La Commissione collaborerà con ricercatori, aziende biotecnologiche, produttori e autorità pubbliche nell’UE e nel mondo per rilevare, analizzare e valutare le varianti di coronavirus, adattare le regole alla nuova situazione e aumentare la produzione di vaccini COVID-19: l’UE.

di Sara Boscarol

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