A dicembre 2019 la Commissione Europea guidata da Ursula von der Leyen ha presentato il Green Deal europeo, letteralmente “Patto Verde”, cioè le strategia per rendere sostenibile, e quindi moderna, l’economia dell’Unione Europea, riducendo l’impatto sull’ambiente e di conseguenza sulle persone. Si tratta di un pacchetto di misure perlopiù legislative e finanziarie allo scopo di limitare l’aumento del riscaldamento globale. A tal proposito, l’Unione Europea si è impegnata ad azzerare le proprie emissioni inquinanti nette entro il 2050, diventando il primo continente climate neutral nel mondo. Ciò sarà possibile tramite una serie di obiettivi intermedi, che renderanno la transizione equa ed inclusiva.
In particolare, il Green Deal europeo prevede una tabella di marcia con azioni volte a promuovere l’uso efficiente delle risorse passando a un’economia pulita e circolare e a ripristinare la biodiversità e ridurre l’inquinamento.
Al Green Deal lavoreranno insieme la Commissione, il Parlamento ed il Consiglio. Su delega della Presidente von der Leyen, il Green Deal sarà gestito da Frans Timmermans, vicepresidente della Commissione.
La Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen. Fonte: HuffPost.
La proposta più importante è quella di una legge europea sul clima, che trasformerebbe l’impegno politico in un obbligo giuridico e in un incentivo agli investimenti: sarà la prima volta che l’Europa si doterà di una comune legge quadro sul clima.
Per conseguire questo obiettivo sarà necessaria l’azione di tutti i settori dell’economia. Ad esempio, la produzione e l’uso dell’energia rappresentano oltre il 75% delle emissioni di gas a effetto serra dell’UE, pertanto sarà necessaria la decarbonizzazione del settore energetico. Inoltre, il 40% dei nostri consumi energetici riguarda gli edifici, che spiega l’urgenza di ristrutturarli, aiutando anche le persone a ridurre le bollette energetiche e l’uso dell’energia. Ancora, l’industria europea utilizza solo il 12% di materiali riciclati e da qui il bisogno di sostenere l’innovazione industriale per diventare leader mondiali nell’economia verde. Infine, i trasporti rappresentano il 25% delle nostre emissioni, il che porterà ad introdurre forme di trasporto privato e pubblico più pulite, più economiche e più sane.
Ma come interverrà la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia?
La novità degli ultimi mesi è che il FVG si candiderà a diventare “Regione pilota” per la sperimentazione del Green Deal europeo.
La decisione è stata presa dalla Giunta regionale, e l’assessore alla Difesa dell’ambiente, energia e sviluppo sostenibile Fabio Scoccimarro ha comunicato:
“La proposta è di suggerire all’UE l’individuazione della nostra regione per la sperimentazione della strategia anche in considerazione della superficie e della morfologia del territorio, sufficientemente piccolo rispetto al continente europeo, ma sufficientemente grande e diversificato, per testare e valutare le ricadute delle politiche ed eventualmente riprodurle a livello comunitario”.
Secondo quanto comunicato dall’assessore, se venisse accettata la candidatura, gli obiettivi da perseguire sarebbero più stringenti di quelli fissati dalla Commissione: si dovrebbe anticipare di almeno cinque anni rispetto agli altri Stati e Regioni il raggiungimento della neutralità di emissioni, al fine di predisporre per tempo un documento da sottoporre all’esame della Commissione. Ciò significa adoperarsi per la diminuzione delle emissioni per una media annua almeno pari al 4% rispetto alle emissioni che oggi si registrano in Friuli Venezia Giulia. Si tratta di un obiettivo ambizioso che necessita di un piano rigoroso ed immediato. Scoccimarro ricorda:
“Per dare un’idea dello sforzo richiesto occorre considerare che le emissioni annue attuali della centrale termoelettrica a carbone di Monfalcone rappresentano all’incirca il 5% delle emissioni totali annue attribuibili al territorio regionale”.
La road map pianificata dalla Regione prevede entro 8 mesi la predisposizione della prima bozza di programma, entro 12 mesi il primo confronto ufficiale con UE, Stato e autorità finanziarie; entro 18 mesi il programma definitivo con valutazione delle necessità finanziarie e delle relative modalità di reperimento di fondi europei.
La Commissione europea aiuterà la Regione a stilare un programma di interventi multisettoriali, in particolare in industria, agricoltura, trasporti, sistema edilizio, sistema di produzione, trasporto e distribuzione dell’energia, finanze, ricerca, educazione e lavoro.
Un occhio di riguardo andrà a due temi fondamentali: l’adattamento ai cambiamenti climatici e l’educazione, intesa quale sensibilizzazione dei cittadini.
Infine, Scoccimarro evidenzia il ruolo chiave della politica in queste situazioni: trattandosi di un programma a lungo termine, l’importante auspicio dell’assessore è che l’iniziativa sia sostenuta da chiunque si troverà a governare l’Amministrazione regionale, indipendentemente dall’orientamento politico.
di Sara Boscarol